E alla fine il presidente della Commissione pari Opportunità del Comune di #Bologna è un uomo.
Nulla di grave, non è l'unico uomo a occuparsi dei diritti e dei bisogni delle donne, figurarsi.
Anche un uomo può aver presente le difficoltà che le donne hanno nel mondo del lavoro e mettere in atto strategie per risolverle.
Però a Bologna la presidenza della Commissione Pari Opportunità (articolo 22 comma 3 dello Statuto) va data al “genere meno rappresentato in Consiglio”.
Cioè di norma (purtroppo, e in questo caso) a una DONNA.
Il presidente della Commissione Pari Opportiunità però non è una donna, è un uomo e si chiama Egisto. Si fa chiamare Porpora Marcasciano e io non ho problemi a chiamarlo così. Ma una cosa è come ti chiama la gente (pure Pannella io lo chiamavo Marco e non Giacinto, che problema c'è), un conto è di che sesso sei quando si parla ad esempio di Quote Rosa.
Che io posso essere a favore o meno (o meno) delle Quote Rosa, ma al momento ci sono e se ci sono ci si omologa e le si rispetta.
Quando le Quote Rosa vanno in capo ai maschi, allora va un po' tutto a puttane.
Certo, mi dite, non fare la furba: un trans è una donna.
Vediamo...
Una trans che si fa l'operazione e fa la transizione è una donna.
Uno che si imbottiosce il reggiseno, si fa il filling alle labbra,m fa crescere un po'mi capelli e ha il pisello è un travestito. E un uomo. E non rappresenta il genere e sesso femminile.
E faccio notare che per essere donna ci vuole un po' di più che i capelli lunghi e le unghie con lo smalto.
Mi fanno ridere giornali come La Repubblica che titolano della sofferenza di Marcasciano, costretto a figurare sulla scheda elettorale con il suo nome, ovvero Egisto.
Sai quanta sofferenza, altro che le donne di Kabul.
E costretta. Costretta un corno (e infatti Porpora non fa un dramma a riguardo, ne parla molto serenamente): Egisto da anni si veste da donna e si tiene il pisello, quindi è un uomo, percui all'anagrafe ha un nome da uomo. Nessuna sofferenza o umiliazione: è la sua scelta, quella di restare uomo.
Infatti ad oggi (perché la proposta di legge Zan non è passata, perché, forse non ve l'hanno detto, ma con la legge Zan si sarebbe potuto andatre in comune, con i propri capelli lunghi e il proprio pisello, e dire "Non sono Egisto, sono Porpora" e tadaaaaan, sui documenti risulti donna e per sapere se stai rubando o no il posto di presidente della Commissione Pari Opportunità ti devono tirare giù le mutande a forza, e direi che non è proprio il caso.
Pare che ce lo si dimentichi, ma la Commissione pari opportunità è un organismo permanente di consultazione (nato per la prima volta all'interno del Comune di Padova, nel 1988) con lo scopo di realizzare iniziative per eliminare le disparità che le donne incontrano nel mondo del lavoro.
Il problema - ben più serio riguardo alla presenza o meno di piselli - è che il presidente della Commisione Pari Opportunità del comune di Bologna non ha capito cosa sta presiedendo, o se ne frega, perché, come ha riportato Luce, ha dichiarato: "Declinerò le pari opportunità affinché tutte e tutti possano essere inclusi nell'alveo dei diritti umani e sociali"
No, le pari opportunità non riguardano gli UOMINI, che già di opportunità ne hanno a strafottere. Riguardano LE DONNE!
Riguarda la tratta, la ricerca di un lavoro e il pari stipendio, la prostituzione, la necessità di asili nido e scuole materne, il sostegno alle madri single, il femminicidio, lo stalking, il bullismo, il diritto a una carriera accademica e lavorativa, la gestione del tempo, le intimifdazioni, gli stereotipi, i matrimoni combinati e lo stupro.
Non riguarda i diritti dei gay (maschi), dei trans (o meglio degli uomini travestiti da donne), degli extracomunitari e dei migranti (maschi), degli induisti e dei musulmani (maschi).
Questi dirtitti vanmno ovviamente tutelati e sono materia di ALTRE commissioni.
